Corriere della Sera Salute: Innovazione in medicina, un vantaggio per i cittadini

Corriere Salute: Innovazione in medicina, un vantaggio per i cittadini

L’Italia è al quarto posto in una scala mondiale, preceduta da Hong Kong, Singapore e Spagna. L’esperienza dell’Abruzzo con un’articolata rete di telemedicina a servizio dei pazienti.

Organizzazione territoriale, equità di cura, tecnologia e infrastrutture, sono gli argomenti su cui si sono confrontati alcuni tra i maggiori esponenti della sanità in Italia, nel corso dell’evento di Ab Medica dal titolo “il Futuro della Sanità 2018, l’innovazione tecnologica non aspetta”, che si è svolto a Milano.

L’analisi

Nella classifica pubblicata lo scorso settembre da Bloomberg Health Care Efficiency, l’Italia è al quarto posto in una scala mondiale, preceduta da Hong Kong, Singapore e Spagna. È un risultato importante, ma questo non esaurisce la necessità di discutere delle prossime sfide che la sanità italiana dovrà affrontare per rimanere al passo con i tempi in una società che rincorre il progresso tecnologico e che vive l’inarrestabile invecchiamento della popolazione. L’impegno da affrontare è proprio quello di confrontarsi sullo stato dell’arte per comprendere come sia possibile introdurre l’innovazione tecnologica nell’area della salute.

«Il tema importante è quello dell’uguaglianza di accesso alle tecnologie in un paese che continua a credere in un sistema sanitario nazionale e che sta investendo in tecnologia. Tuttavia in Italia l’accesso è ancora condizionato dal luogo in cui una persona vive. Una buona programmazione sanitaria può contribuire a limitare il gap tra le regioni».

Spiega Rosanna Tarricone – Professore Associato del Dipartimento di Analisi delle Politiche e Management Pubblico presso l’Università Bocconi di Milano

Le prospettive

La valutazione di grandi tecnologie quando fatta a livello centrale, può consentire economie di scala ed equità. «L’innovazione tecnologica sia all’interno delle strutture ospedaliere sia sul territorio è una strategia di lungo termine – Spiega Giulio Gallera Assessore al Welfare, Regione Lombardia -, è un investimento importante che garantisce la sostenibilità del sistema». «Telemedicina significa curare a distanza le persone, ridurre gli spostamenti e i costi. – Chiarisce Francesco Gabbrielli – Direttore del Centro Nazionale per la Telemedicina e le Nuove Tecnologie Assistenziali presso l’Istituto Superiore di Sanità-. Questo riguarda non solo l’organizzazione sanitaria, ma anche le procedure mediche. Per fare questo è necessario superare le resistenze e lavorare secondo un metodo condiviso. Ogni regione deve sviluppare il proprio stile, ma i pilastri devono essere coerenti in tutte le regioni».

In Abruzzo

Un’esperienza di successo è la rete Hub&spoke realizzata in Abruzzo tra gli ospedali di Pescara, Chieti, Lanciano e i presidi di Popoli, Penne, Guardiagrele e Casoli. È l’esempio di una Regione che ha deciso di superare le difficoltà territoriali con la realizzazione di un’articolata rete di telemedicina a servizio dei pazienti. «Con la telemedicina è possibile fare consulti a distanza tra gli Ospedali e riusciamo a curare ed assistere le persone a casa propria – informa Vincenzo Orsatti, Direttore Sanitario Aziendale dell’ASL2 di Lanciano–Vasto-Chieti – . E questo significa molto in un territorio dove per le sue caratteristiche non è sempre facile muoversi». La telemedicina permette di far arrivare la sanità dove non c’è e riduce le “diseguaglianze” tra chi vive vicino a un ospedale e chi no. «Il vantaggio non è limitato agli spostamenti – informa Gabbrielli –, ma è possibile fare molto anche per quanto riguarda la prevenzione e soprattutto i malati cronici con comorbidità. E – conclude Gabbrielli – abbiamo bisogno di un modello che vada bene per il nostro sistema, dobbiamo riuscire a costruire il modello originale italiano».