Robot chirurgico Davinci in arrivo, l’équipe di Pelagalli si forma a Milano. «Il tassello che mancava al nostro polo»

Robot chirurgico Davinci in arrivo, l’équipe di Pelagalli si forma a Milano. «Il tassello che mancava al nostro polo»

MACERATA – Il primario del reparto di Ginecologia e Ostetricia spiega l’impatto che il macchinario all’avanguardia avrà sul lavoro e sui pazienti. Con lui una squadra selezionata: «Rappresenteranno il dopo di me nel nostro centro oncologico fortemente voluto». Il futuro: «Queste strutture saranno sempre più avanzate e capaci ad esempio di fare gli esami necessari in tempo reale»

L’intera equipe di oncologia ginecologica dell’ospedale di Macerata in trasferta a Milano al training per la formazione ultra specialistica in chirurgia robotica. L’ospedale del capoluogo infatti beneficerà dell’arrivo del nuovo avanzatissimo macchinario, come quelli delle altre città capoluogo delle Marche. In prima fila Mauro Pelagalli, primario del reparto di Ostetricia e Ginecologia.

Saremo ospiti per diverse giornate io e l’equipe di medici e strumentisti da me designati all’Ab Medica di Milano in previsione dell’arrivo del robot Davinci al blocco operatorio di Macerata. Un progetto questo fortemente voluto dall’assessore alla Sanità Filippo Saltamartini e dal direttore generale Marco Ricci che si è prodigato per consentire l’acquisto. Va a sanare l’ultimo tassello mancante per un centro di alta chirurgia oncologica e dell’endometriosi quale è il nostro. La formazione continua e lo studio innovativo sono i due cardini su cui si muove la nostra unità operativa di ginecologia e ostetricia con l’intento virtuoso di offrire sempre il massimo delle possibilità terapeutiche ad ogni singola paziente. Guardare oltre e studiare devono essere le caratteristiche fondamentali di ogni operatore sanitario che abbia a cuore il proprio lavoro».

Una formazione molto impegnativa: «L’Ab medica, ditta distributrice per l’Europa del robot Davinci – spiega Pelagalli -basato sull’intuito e capace di rendere la chirurgia, anche complessa, molto semplice, si occupa anche di formazione. Si inizia con il training center su un simulatore poi si passerà alla sala operatoria vera e propria. Davinci non è un robot ginecologico, ma anche chirurgico generale e urologico. Questo acquisto porta l’ospedale di Macerata al termine di un percorso che lo rende polo oncologico a tutti gli effetti. Il robot consente sia la chirurgia in soggetti in sovrappeso, permette di operare da un’altra stanza e fa sì che un intervento lungo può essere affrontato dal chirurgo con un affaticamento cento volte inferiore a quello attuale. Ha poi il vantaggio della chirurgia di precisione e consente la visione tridimensionale sempre, non solo indossando gli appositi occhialini».

Il robot chirurgico richiede anche una équipe ben affiatata: «La preparazione del robot – prosegue il primario – l’assemblamento e il centraggio sul paziente sono operazioni che richiedono sinergia per abbreviare il tempo necessario a compierle. Per questo siamo andati alla formazione con l’équipe robotica che è coesa e si intende già con uno sguardo. Queste skills saranno poi estese a tutto il resto dello staff. Questi colleghi rappresenteranno il dopo di me a Macerata e porteranno avanti questo centro che con tanta fatica abbiamo voluto creare. Il robot è un brand e attesta l’elevata qualità. A Macerata eravamo già detentori di quasi tutti i percorsi oncologici delle pelvi femminili e questa dotazione non fa che aggiungere valore.

I robot chirurgici intanto si preparano a trasformare il futuro della medicina e Pelagalli vuole assolutamente essere della partita col suo staff: «Il futuro prevede utilizzo di robot sempre più tecnologici e snelli e sempre più dotati di funzioni, ad esempio possiamo immaginare robot capaci di fare contestualmente all’intervento gli esami necessari, offrendo una multivisione all’operatore. Il futuro vede l’operatore robotico al centro di tutta una serie di referenze cliniche che gli consentiranno di fare un intervento davvero completo ma risparmioso delle strutture che non sono interessate dalla malattia».