ViverePesaro – Marche Nord attiva un percorso per la cura del tumore della cervice uterina
L’azienda ospedaliera Marche Nord attiva il percorso diagnostico terapeutico per la cura del tumore della cervice uterina. Un approccio multidisciplinare alle neoplasie per assicurare alla donna il giusto percorso di cura e di presa in carico per una delle patologie più diffuse.
“Si tratta del quarto tumore che colpisce le donna, dopo mammella, colon-retto e polmone – spiega Claudio Cicoli direttore di Ginecologia e Ostetricia di Marche Nord – uno dei più aggressivi, al quarto posto per mortalità. Il carcinoma della cervice uterina è considerato un tumore della popolazione giovane in quanto è al 2° posto per frequenza tra le donne di età compresa tra 15 e 44 anni”.
La terapia del tumore della cervice si basa su tre punti cardinali: chirurgia, chemioterapia e radioterapia. A seconda dello stadio di malattia può essere indicato un trattamento o un altro, o l’associazione dei trattamenti.
“Qui entra in azione il gruppo multidisciplinare – aggiunge Cicoli – che decide il percorso più adatto ed efficace per la paziente. L’Azienda Ospedaliera Marche Nord ha ufficializzato PDTA per carcinoma cervicale ad alta complessità con il coinvolgimento multidisciplinare di differenti figure professionali quali il ginecologo, il chirurgo, l’oncologo, l’anatomo patologo, il radioterapista, il radiologo garantendo, in tale maniera, l’assistenza completa della paziente oncologica. Le pazienti con esame istologico di biopsia e conizzazione cervicale positivo per lesione tumorale maligna vengono immediatamente chiamate e inserite nel percorso diagnostico terapeutico per essere sottoposte ad un’adeguata e tempestiva presa in carico”.
In letteratura, l’approccio chirurgico consiste sia in quello laparotomico, sia in quello laparoscopico tradizionale sia in quello laparoscopico robotico. “La chirurgia robotica rappresenta, a Marche Nord, la più innovativa e valida alternativa terapeutica sia alla laparotomia tradizionale sia alla laparoscopia nell’effettuazione di interventi complessi e delicati come l’asportazione radicale dell’ utero in caso di tumore cervicale – afferma Cicoli – Il robot grazie alla visione tridimensionale ed alla presenza di bracci meccanici che sorreggono gli strumenti che sono dotati di estrema manovrabilità, accomuna i vantaggi della chirurgia a cielo aperto e di quella mini-invasiva convenzionale”. Gli interventi nel biennio 2017-2018 sono 155, 49 con il robot da Vinci con l’approccio della chirurgia mini-invasiva.
“La prevenzione – sottolinea Cicoli – è il mezzo più efficace per combattere questa patologia, grazie agli screening che garantiscono cure appropriate e tempestive, a tutto vantaggio delle pazienti. Circa il 15% delle lesioni precancerose cervicali più gravi (carcinoma in situ), infatti, degenera in tumore nell’arco di 10-15 anni. Alterazioni precancerose della cervice di solito non causano dolore e, in generale, non causano alcun sintomo. Esse vengono rilevate mediante un esame colposcopico o un Pap test, per questo è fondamentale partecipare allo screening. Un ruolo fondamentale, oltre alla prevenzione, è quello della vaccinazione da effettuare in periodo prepubere in tutte le pazienti con i nuovi vaccini eptavalenti che proteggono dai ceppi di HPV ad alto rischio”.
I fattori di rischio per sviluppare una neoplasia invasiva della cervice uterina sono il basso status socio-economico, l’inizio precoce dell’attività sessuale, il numero elevato di partner, le gravidanze multiple, la giovane età alla prima gravidanza, il fumo di sigaretta, le infezioni genitali e la scarsa igiene sessuale. L’infezione da papillomavirus umano (HPV) è una condizione necessaria ma non sufficiente nello sviluppo della neoplasia cervicale: in circa il 99.7% dei carcinomi della cervice si ritrova il DNA del virus. La contemporanea esistenza di altre condizioni (immunodepressione, altre infezioni sessualmente trasmesse) creano la per cui si instauri un’infezione persistente da HPV.
Credits: ViverePesaro.it del 7 Marzo 2019