Umbria Journal - Tumore dell’osso raro intervento chirurgico all’ospedale di Terni

Umbria Journal – Tumore dell’osso, raro intervento chirurgico all’ospedale di Terni

Uno di quegli interventi di chirurgia di altissima specialità che entra nella letteratura scientifica mondiale per la tecnica combinata che ha unito la chirurgia robotica mininvasiva, vera novità per questa rara neoplasia, e la neurochirurgia.  La paziente è stata dimessa oggi, 19 luglio, dal reparto di Neurohirurgia.

Pescini: “L’evoluzione tecnologica, l’approccio multidisciplinare e lo spirito di squadra sono e saranno sempre di più i punti di forza del nostro ospedale”.

Sessantacinque anni e un voluminoso tumore dell’osso sacro che si estendeva fino all’interno bacino e che rischiava di infiltrare e danneggiare altri importanti organi e apparati. Se rara era la neoplasia ossea (1:1milione) diagnosticata  circa un mese fa a una donna residente in Umbria, altrettanto raro e complesso è stato l’intervento  di asportazione della maxi lesione, che nei giorni scorsi è stato effettuato all’ospedale di Terni dall’equipe multidisciplinare composta dal dottor Carlo Conti, direttore della Neurochirurgia, e dal prof. Ettore Mearini, direttore della Clinica urologica a indirizzo oncologico interaziendale Perugia-Terni.

Questa tecnica combinata, che ha utilizzato in un’unica seduta durata 8 ore la chirurgia robotica mininvasiva con accesso anteriore e la neurochirurgia con accesso posteriore, è stata descritta solo in pochissimi casi a livello mondiale e conferma come la collaborazione tra diversi specialisti sia la vera chiave del successo nel trattamento di patologie ad altissima complessità come queste.

La vera novità nel trattamento chirurgico di questa patologia è stata l’applicazione robotica, ma ciò che risulta davvero vincente – osserva con soddisfazione il commissario straordinario Lorenzo Pescini a pochi giorni dall’inizio del suo mandato – è il grande gioco di squadra che, insieme ad un approccio multidisciplinare e a tecnologie sempre più avanzate, ha permesso e permetterà sempre più alla nostra Azienda ospedaliera di Terni di ottenere risultati di assoluta eccellenza. L’asportazione della lesione è stata infatti possibile grazie alla collaborazione multidisciplinare tra il direttore della neurochirurgia Carlo Conti,  il direttore della chirurgia urologica ad indirizzo oncologico Ettore Mearini, con il supporto dell’equipe di neurofisiopatologia diretta da Domenico Frondizi, che ha effettuato il monitoraggio introperatorio delle radici nervose coinvolte, senza dimenticare l’assistenza continua degli anestesisti e i radiologi interventisti che avevano effettuato la procedura di embolizzazione”.

L’intervento. Durante l’intervento, utilizzando l’evolutissimo robot “Da Vinci Xi”, il prof. Ettore Mearini ha eseguito un primo accesso anteriore addominale mediante tecnica robotica, con il quale è riuscito a liberare il tumore dalle strutture nobili circostanti nell’intero versante endoaddominale e successivamente, ma nella stessa seduta, il dottor Carlo Conti, mediante un approccio posteriore, ha rimosso le vertebre sacrali coinvolte e asportato l’intera massa tumorale. Il tutto in condizioni di massima sicurezza grazie al monitoraggio neurofisiologico intraoperatorio delle radici nervose coinvolte, soprattutto quelle riguardanti la motilità degli arti inferiori e il controllo degli sfinteri, che ne ha permesso l’asportazione totale in assenza di danni neurologici e grazie ad un ad una assistenza anestesiologica e rianimatoria continua.

L’utilizzo della tecnica robotica, già consolidato in chirurgia urologica e in chirurgia generale, sta aprendo la strada a ulteriori campi di applicazione che interessano anche la neurochirurgia e l’intervento effettuato ne è una chiara dimostrazione. È solo l’inizio quindi di ulteriori collaborazioni tra professionisti per la terapia chirurgica di patologie oncologiche gravi.

L’approccio robotico mininvasivo e microchirurgico ha permesso una rapida mobilizzazione della paziente che già in seconda giornata postoperatoria si è alzata senza presentare alcun deficit neurologico e che il 19 luglio è stata dimessa dal reparto di Neurochirurgia, dopo dieci giorni complessivi di ricovero.

Sebbene questo sistema sia multidisciplinare, cioè si presta a essere utilizzato in diverse branche della medicina, è soprattutto nell’urologia che si è imposto con successo. «Negli interventi di prostatectomia, cioè di asportazione della prostata colpita da tumore, la chirurgia robotica rappresenta ormai, per svariati motivi, un gold standard imprescindibile» sostiene Francesco Montorsi, Direttore dell’Unità Operativa di Urologia dell’IRCCS Ospedale San Raffaele di Milano. «Innanzitutto la precisione dei bracci nell’atto tecnico, che consente di accedere anche alle regioni del corpo più complicate e di compiere più facilmente manovre chirurgiche complesse, riduce notevolmente il traumatismo locale: ciò comporta una minor perdita di sangue, una riduzione del dolore e della degenza post-operatoria, una diminuzione degli effetti collaterali, come l’incontinenza e la disfunzione erettile, e una rapida ripresa delle attività quotidiane» spiega il professore nella nostra videointervista.

Il futuro, insomma, sarà sempre più robotico: «ragion per cui ogni giorno sosteniamo la scelta fatta anni fa, formando instancabilmente i chirurghi del domani e mettendo a disposizione le nostre competenze decennali per stilare nuovi protocolli destinati alle prossime leve», conclude il professor Andrea Pietrabissa.

Credits: UmbiraJournal.com del 19 Luglio 2019